‘Non tirate in ballo la Dolomite Franchi quando parlate delle scuole’.
Lo dicono I Bocia de’ Franchi, sodalizio cultural-creativo formato da ex dipendenti dello stabilimento di Marone e da dipendenti con almeno 25 anni di lavoro nell’impianto che, con una lettera inviata all’Amministrazione comunale, ci tengono a sottolineare il lavoro svolto dall’azienda per inserirsi nel tessuto sociale del paese.
A scatenare la loro reazione è stato l’ultimo Consiglio comunale, in cui, parlando del trasferimento delle scuole elementari da via Guerini a via Borgonuovo, accorpandole con le medie, si era citata la necessità, per legge, di allontanarle il più possibile dalla Dolomite Franchi, sostenendo che in passato ha avuto problemi di inquinamento.
‘Oggi agli abitanti di Marone’, scrivono i Bocia, ‘è data la possibilità di svolgere attività economiche un tempo impensabili, prime fra tutte il turismo, e i lavoratori dell’azienda possono godere di quel bene prezioso che a molti purtroppo è ancora negato: un lavoro correttamente regolamentato e retribuito’.
Alessio Rinaldi, sindaco di Marone, ha cercato di rimediare, ringraziando l’azienda per quanto fatto in questi anni e per la sua serietà nel dialogare con il territorio. Il primo cittadino, però, ha spiegato che l’accorpamento delle scuole servirebbe ad ‘evitare possibili future problematiche sociali e di difendere i posti di lavoro’. Intanto, oggi, i vertici dell’azienda sono stati ricevuti in Regione per discutere della loro proposta migliorativa del Piano Cave.