Stefano Gelmi, ex sindaco di Malonno, commenta la sentenza nei suoi confronti nella vicenda che lo ha visto accusato di turbativa d’asta e condannato dal giudice dell’udienza preliminare a tre anni e quattro mesi ed assolto dall’accusa di corruzione.

 

‘Non ho mai pensato di avere vantaggi personali per la mia attività’, ha detto Gelmi, che ora lavora come impiegato per un’azienda che si occupa di sicurezza stradale, al Giornale di Brescia, ‘la sentenza del giudice lo conferma: la corruzione non c’è, sono contento di questo esito e del sostegno del mio paese, che mi è stato vicino fin da principio. Ammetto di non aver rispettato del tutto la legge, ma l’ho fatto per mantenere il lavoro in Valle, per far lavorare la gente del posto ed evitare che altri si accaparrassero le opere’. Gelmi ha anche detto di voler aspettare la pubblicazione delle motivazioni per valutare se fare appello.

Il giudice ha condannato a due anni, inoltre, Remo Fona e Pier Domenico Mora, imprenditori camuni, ad un anno e quattro mesi Giuseppina Lanzetti, Alberto Avanzini e Silvano Andreoli, imprenditori bresciani, mentre altri sei imprenditori hanno patteggiato la pena: Andrea Cattaneo (2 anni e 8 mesi) Nicola Taddei (1 anno), Michele Coatti (8 mesi), Alfio Panighetti (10 mesi), Daniele Carnazzola (8 mesi) e Rocco Mastaglia (2anni e 4 mesi), e Morena Piloni, funzionario della Centrale Unica di Committenza, è stata assolta.

Nella vicenda il Comune di Malonno e l’Unione delle Alpi Orobie Bresciane si erano costituite parte civile: al primo il giudice ha imposto un risarcimento di 50mila euro, al secondo di 25mila. Ora a processo andrà Giampaolo Albertoni, altro funzionario del Cuc, e Bruno Ciccarelli ed Alessandro Gelmi, altri due imprenditori. Il dibattimento è fissato per il 29 marzo.