I risultati del referendum sull’acqua pubblica parlano chiaro.

 

Il 96,64% dei votanti ha detto di volere che la gestione del ciclo idrico resti in mano pubblica, mentre il 3,19% acconsente l’ingresso dei privati. Esulta il Comitato Acqua Pubblica, mentre i sostenitori del ‘no’ rivendicano l’alto astensionismo, che ha portato alle urne solo il 22,30% dei votanti.

Quello che succederà ora dipende, però, dalla Provincia: ratificato in aula il risultato delle urne, dovrà convocare la Conferenza dei sindaci. A questo punto potrà confermare l’ingresso dei privati, come già fatto nel 2016, oppure seguire le indicazioni fornite dal referendum e rivalutare la decisione.

Molto dipenderà anche da quando Samuele Alghisi, neo presidente della Provincia, deciderà di convocare l’Assemblea: se lo farà prima delle prossime comunali, a decidere del futuro dell’acqua pubblica saranno i sindaci ora in carica. Tutte ipotesi che, però, potrebbero essere cancellate se il Governo dovesse approvare, come vuole il Movimento 5 Stelle, il disegno di legge che vieterebbe ai privati di entrare nella gestione dell’acqua pubblica.