Giulio Turelli, 104 anni compiuti lo scorso 21 gennaio, uno degli ultimi reduci di Nikolajewka, si è spento giovedì nella casa del figlio Savio a Sale Marasino.

Nato e vissuto a Marone, dove riposerà dopo il funerale fissato per le 15 di domani, Giulio, il decano degli alpini di Marone, nella sua lunga vita ha passato tanti momenti difficili, ma tutti lo apprezzavano per il suo buon umore e il suo animo.

Sul fronte albanese s’era guadagnato una Croce di guerra e sul fronte russo, da sergente, s’era meritato una medaglia di bronzo al valore militare.

Apparteneva al battaglione Val Chiese, 6° reggimento alpini, divisione Tridentina. Venne chiamato alle armi nell’agosto 1939 e nel gennaio 1941 spedito in Albania. Nel luglio 1942 la partenza per la Russia.

Il 26 gennaio 1943, giorno della battaglia di Nicolajewka, Giulio è al fianco del generale Luigi Reverberi. Nel marzo 1943 riesce a tornare a casa. Smetterà la divisa soltanto nell’agosto del 1945.

Giulio ha più volte raccontato in alcune scuole del Sebino e della Valcamonica la forza d’animo che permise alle Penne nere di forzare l’accerchiamento russo a Nilolajewka e iniziare la ritirata. Le sue memorie sono state raccolte dagli alunni delle scuole elementari e medie di Marone.