Dimesso dall’ospedale con una prognosi di quindici giorni, il 26enne di origini albanesi che sabato notte nel piazzale di un locale tra Gianico e Artogne ha investito in auto sette persone e ora è accusato di omissione di soccorso e fuga dopo incidente ha presentato una contro-denuncia, da ieri sul tavolo del sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia, contro ignoti.

E ha quindi raccontato la sua versione dei fatti.

Tutto è iniziato dentro alla discoteca, quando la fidanzata del 26enne ha avuto a che dire con un’altra ragazza: lui si è  messo in mezzo per dividerle, pensando che la cosa finisse lì.

Gli amici della ragazza però gli fanno capire di volerlo picchiare, allora decide di uscire dal locale.

Una volta fuori viene accerchiato da una quindicina di persone, che, secondo la versione messa a verbale, lo prendono a calci e pugni.

È a quel punto che, dolorante, sale in auto, affiancato dalla fidanzata, e mette la retromarcia. Il gruppo inizia a colpire l’auto, due finestrini vanno in frantumi, quindi riparte e scappa.

Quando ha svoltato a sinistra per allontanarsi dal locale, ha raccontato ancora l’albanese agli inquirenti,  ha trovato un’auto a sbarrargli la strada, che l’ha poi speronato facendolo finire contro a un muretto.

Mentre i ragazzi hanno preso a lanciare contro l’auto ferma le pietre che raccoglievano dalla massicciata dei binari, il 26enne ha chiamato le forze dell’ordine.

L’avvocato ha già chiesto al magistrato che indaga di acquisire le immagini delle numerose telecamere presenti nella zona del locale notturno tra Gianico e Artogne, mentre l’auto è a disposizione degli inquirenti.