Avrebbe agito ‘nella piena consapevolezza’ dell’illegittimità delle sue azioni Stefano Gelmi, l’ex sindaco di Malonno, condannato in rito abbreviato a tre anni e quattro mesi per turbativa d’asta.

 

Gelmi è stato accusato di aver favorito alcune imprese a lui vicine nell’assegnazione di appalti legati al Municipio, alla viabilità ed alla biblioteca, per un valore di oltre un milione di euro. Secondo le motivazioni depositate dal giudice, Gelmi era il ‘personaggio centrale della vicenda’, che ha coinvolto anche Remo Fona e Pierdomenico Mora, imprenditori camuni, condannati a due anni, Silvano Andreoli, Alberto Avanzini e Giuseppina Lanzetti, imprenditori anche loro coinvolti nelle indagini, che hanno ricevuto una condanna ad un anno e quattro mesi, mentre Morena Piloni, funzionario della Centrale Unica di Committenza dell’Unione delle Alpi Orobie Bresciane, è stata assolta.

Secondo le motivazioni si considera, inoltre, ‘di sorprendente ipocrisia’ la dichiarazione dell’ex sindaco, secondo cui quanto fatto sarebbe servito per favorire le imprese camune. Nelle motivazioni si fa riferimento anche all’imprenditore che ha sostituito una busta della prima gara d’appalto dopo averne verificato il contenuto con una lampada.

Il giudice, inoltre, riconosce il danno subìto da un imprenditore, che è stato risarcito con 15mila euro a titolo di provvisionale, ma anche dal Comune stesso e dall’Unione delle Alpi Orobie Bresciane a cui sono andati rispettivamente 50mila euro e 25mila euro. Altre tre persone sono a processo in dibattimento: l’udienza è stata aggiornata a settembre.