A pochi giorni dalla presentazione dei rinvenimenti archeologici di Breno e dalla notizia del villaggio di epoca romana emerso a Ono San Pietro, a Edolo si parla di un’altra importante scoperta.

A breve distanza dai ruderi della rocca di Mù, dove lo scorso anno è stata posata una panchina gigante, è in corso un’indagine degli strati superficiali del terreno per verificare il potenziale archeologico dell’area.

Si tratta di un dosso panoramico già noto per la presenza di rocce incise e rinvenimenti medioevali. Nella zona si trova infatti la roccia di Fòbia, sulla cui superficie c’è una mappa di com’era il territorio tremila anni fa, oltre a massi incisi con coppelle e graffiti.

Finora gli scavi hanno fatto emergere diversi pezzi di ceramiche risalenti probabilmente all’età del Ferro e numerose pietre allineate che fanno presupporre l’esistenza di un muro a secco di contenimento e di antichi terrazzamenti.

Per poter arrivare a una datazione certa dei materiali emersi serviranno altri elementi, ma si può affermare che risalgano al VI-V secolo avanti Cristo.

La Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brescia e Bergamo coordina l’intervento, commissionato dal Comune di Edolo.