All’indomani del rogo alla Feltri Spa di Marone, con la luce del giorno, si è potuto capire meglio quali fossero i danni arrecati allo stabilimento.

Qui, venerdì sera alle 22:00, un imponente rogo ha intaccato almeno la metà della superficie coperta, che misura in tutto 15mila metri quadrati circa.

Distrutti il magazzino delle materie prime e magazzino dei prodotti finiti, area dalla quale sembra che sia partito il fuoco, così com’è andato in fumo l’importante reparto delle giunzioni di teleformazioni.

Il grosso degli impianti produttivi, grazie all’imponente dispiegamento di forze subito intervenuto – una cinquantina di vigili del fuoco con 15 mezzi, giunti da Brescia, Boario, Sale Marasino e da altri distaccamenti della provincia – è salvo.

La situazione è stata monitorata sin dai primi momenti dell’incendio anche dal sindaco Alessio Rinaldi e dalla Prefettura di Brescia, anche per determinare quali fossero i rischi per la sicurezza del territorio e mettere in atto da subito le misure di controllo necessarie. Fortunatamente nessuna persona è rimasta coinvolta: il piano di evacuazione è subito scattato e ha funzionato perfettamente.

Oltre alla conta dei danni, il paese di Marone e l’intero Sebino sono sgomenti al pensiero delle tante famiglie del posto che lavoravano alla Feltri, circa 140 operai. Un’azienda storica, fondata nel 1933 da Attilio Franchi e tutt’ora presieduta dalla famiglia Franchi, che ha dichiarato di voler andare avanti e ricostruire lo stabilimento.