“Le accuse che mi vengono contestate sono fuori dal mio modo di agire e di pensare”.

Queste la parole di Giambettino Polonioli, pronunciate attraverso le pagine di Giornale di Brescia dopo essere finito agli arresti domiciliari.

Il primo cittadino di Cimbergo si vuole difendere: “Non escludo nulla per quanto riguarda i miei collaboratori, saranno i giudici a fare luce, ma io sono pulito” dichiara al quotidiano riferendosi al consigliere con delega all’Edilizia Stefano Polonioli, e a sua moglie Antonella Mottironi, nonché responsabile dell’ufficio tecnico, anche loro ai domiciliari insieme a due imprenditori locali, Picinoli e Lanzetti.

Sono tre le gare d’appalto contestate dalla procura per un importo totale di un milione e mezzo, per la riqualificazione energetica del municipio e il risanamento dell’alveo del torrente Varecola.

Polonioli ribadisce che non ci sono prove tangibili della sua partecipazione diretta all’organizzazione dei bandi: “Mi sono sempre attenuto a quanto suggerito dai miei tecnici” afferma.

Intanto nel paese il clima è surreale. Lunedì l’irruzione delle forze dell’ordine ha scosso la tranquillità del borgo – poco più di 500 anime – e la gente stenta ad accettare l’arresto del sindaco, stimato da tutti, con un passato da sindacalista nella Cisl di Vallecamonica, vicepresidente della Conferenza dei sindaci per la sanità e unico candidato sindaco per le imminenti elezioni amministrative.