È tornato a casa Sergio Zanotti, l’imprenditore rapito in Siria per tre anni e liberato nella giornata di venerdì.

L’uomo, accompagnato dall’ex moglie, dopo aver risposto alle domande dei magistrati a Roma, è tornato in treno a Brescia.

In serata ha cenato con la famiglia, ma per ora non ha fatto ritorno nella sua casa di Marone. “È troppo stanco, sta riposando in una località segreta”, ha detto l’ex moglie ai giornalisti che lo attendevano sul Sebino, precisando: “Ha bisogno di riposare, è provato. Tra qualche giorno incontrerà la stampa”.

Nel corso dell’interrogatorio di sabato a Roma Sergio Zanotti ha chiarito anche il motivo che lo spinse, nella primavera di tre anni fa, a partire per la Turchia: “Avevo bisogno di soldi, ero disoccupato” e amici bresciani gli avrebbero riferito che alcuni bulgari erano interessati a comprare dinari iracheni antichi. “In Europa si vendono bene: con un milione di dinari avrei guadagnato tra i 12 e i 15 mila euro”.

Per questo il 14 aprile si imbarcò su un volo diretto a Istanbul e il giorno dopo andò in taxi fino a Hatay. Fu a quel punto che scattò la trappola, con il tassista abusivo che lo accompagnava che lo vendette ai miliziani. “Due uomini armati che mi hanno narcotizzato e portato via” ha raccontato. E quando si è svegliato, Zanotti si è ritrovato in una casa nella zona di Aleppo. Si continua a indagare sul caso.