Mancanza di manutenzione.

Si concentrano su questo aspetto le motivazioni delle condanne al processo per il crollo della croce di Cevo.

Dopo la condanna a due anni per Marco Maffessoli, presidente dell’Associazione Croce del Papa, a nove mesi per i consiglieri Elsa Belotti, Lino Balotti e a un anno a don Filippo Stefani, sono state depositate le motivazioni della sentenza.

Nell’arco di tempo che andò dall’installazione della croce sul dosso dell’Androla all’anno del crollo, ovvero dal 2005 al 2014, risulta agli atti un unico intervento manutentivo, nel 2008, giudicato però dal Tribunale “incompleto perchè limitato alla pulizia, alla siglillatura e alla riverniciatura del manufatto, e non corredato dal necessario controllo dello stato del legno”.

Secondo i giudici, se eseguita regolarmente, la manutenzione alla struttura – che il 24 aprile 2014 si è spezzata uccidendo il 21enne loverese Marco Gusmini – avrebbe potuto evitarne il crollo.

Il Tribunale ritiene dunque provata sia la prevedibilità, sia l’evitabilità dell’evento. Ora si attende il processo d’appello.