Sono passati dodici giorni dallo sparo che a Santicolo di Corteno Golgi ha colpito il 71enne di Braone Giacomo Gazzoli.

Lunghe giornate, trascorse nel reparto di rianimazione del Civile di Brescia: il proiettile lo ha raggiunto al fegato, ha sfiorato i reni e lesionato il midollo. L’uomo è fuori pericolo, ma ancora non è stato stabilito quali potranno essere le sue condizioni una volta dimesso.

Simona Gazzoli, la figlia dell’uomo, chiede giustizia attraverso le pagine del Giornale di Brescia. I responsabili del ferimento, infatti, non sono ancora stati fermati.

“Si dice che siano stati individuati, ma so per certo che si muovono per il paese come se nulla fosse. E provo una rabbia incredibile perché stiamo parlando di tentato omicidio” afferma ai cronisti Simona, impiegata postale, che fa un appello: “Chi ha sparato a mio padre, se ha un minimo di coscienza, si presenti alle forze dell’ordine e ammetta le proprie responsabilità. Dica che è stato un incidente, che non voleva, ma non continui a rimanere in silenzio. Dopo il danno non accetterei la beffa”.

La dinamica di quanto accaduto lungo via Schivardi in quel pomeriggio dell’11 novembre è stata accertata sin dalle ore successive. Il proiettile vagante che ha ferito il 71enne sarebbe stato sparato da qualcuno che si stava divertendo a centrare dalla distanza di centinaia di metri a colpi di carabina i cartelli stradali.

Una sorta di gioco, che per poco non è finito in tragedia, quando un proiettile ha colpito l’auto di Gazzoli, perforando la portiera e raggiungendolo alla schiena.