Le iniziative per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne organizzate a Darfo non sono destinate soltanto ai residenti.
A ribadirlo è Doralice Piccinelli, assessore alle pari opportunità, politiche sociali, terzo settore del Comune di Darfo Boario Terme, intervistata da Radio Voce Camuna per presentare gli appuntamenti in programma da giovedì a domenica nella cittadina e per fare il punto sulla situazione sul territorio.
In seno al suo assessorato è nata sei anni fa la Commissione Cittadina per le Pari Opportunità, parte attiva su molti fronti e particolarmente impegnata nelle azioni a tutela delle donne vittime di violenza nel nostro territorio, tanto da avviare la collaborazione con il centro antiviolenza Casa Delle Donne CaD-Brescia e attivare il centro antiviolenza “Donne e Diritti”, che ha sede in via Barbolini a Darfo e un sportello distaccato a Cedegolo.
Il centro, oggi, è gestito da due operatrici antiviolenza, due psicologhe e tre avvocatesse specializzate affiancate nell’accoglienza da 15 volontarie riconosciute da Regione Lombardia che hanno seguito un apposito percorso di preparazione e formazione.
Lo sportello è attivo tutte le mattine dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12 e il mercoledì anche dalle 14,30 alle 17,30. Lo sportello antiviolenza di Cedegolo si trova nella sede del centro anziani e apre due giorni a settimana. Il tutto con la supervisione della coordinatrice dei progetti contro la violenza sulle donne, Anna Zinelli.
È possibile rivolgersi allo sportello presentandosi direttamente alla sede in via Barbolini 4, oppure telefonando al numero 0364 536632, o scrivendo all’indirizzo e-mail: sportellodarfo@casadelledonne-bs.it.
Qual è la situazione in Vallecamonica in tema di violenze? “Il problema riguarda tutta la Vallecamonica. Per questo abbiamo ritenuto importante essere presenti a Cedegolo: per le donne che hanno difficoltà a raggiungere Darfo perché troppo distante da casa loro. Perlopiù emergono situazioni di violenza fisica continua, ma ci sono anche violenze psicologiche e di tipo economico, più sommerse e molto subdole. Le situazioni di grave emergenza vengono affrontate con il trasferimento immediato in casa-rifugio. Un passo molto delicato e difficile per le donne, che spesso hanno anche i figli con sé”.
Chi è in difficoltà spesso fatica a denunciare, ma Piccinelli tiene a rassicurare queste donne: “Le persone che possono aiutarle, le strutture che possono accoglierle e il percorso che si può fare per arrivare all’autonomia c’è, è già stato sperimentato e questo dovrebbe dar loro la certezza di poter uscire dalla loro situazione”.