Affluenza bassa e plebiscito per il sì.
Sono stati 216mila – il 22,3% dei 970mila aventi diritto – i bresciani accorsi ai seggi domenica per il referendum consultivo sull’acqua.
Il 96,6% di loro, 208mila elettori, ha votato sì al quesito proposto, esprimendosi contro la possibilità che nella società Acque Bresciane, gestore unico del ciclo idrico, entri un partner privato.
La bassa partecipazione alla consultazione pesa però sull’interpretazione politica da dare al voto, e dunque sulla futura scelta finale, che tocca all’assemblea dei sindaci. Il Comitato referendario, alla vigilia, si era dichiarato soddisfatto nel caso di un’affluenza minima del 20%.
Se si guarda alla mappa della provincia, però, le percentuiali dell’affluenza schizzano anche oltre il 40% in numerosi comuni della Vallecamonica.
Gli elettori camuni erano forse quelli toccati più da vicino dalla questione acqua pubblica e i loro sindaci hanno fatto tanta campagna per sensibilizzare al voto e per far dire sì all’esclusione dei privati dalla gestione del ciclo idrico.
Significativo e più alto fra tutti il dato di Cerveno 54, 6% e Paspardo 53,4%, seguono, tra gli altri, Cimbergo 49%, Malegno 47%, Bienno 45%, Sonico 43%, Cevo 42,7%, Ceto e Sellero 42%, Saviore dell’Adamello 41,6%.
Breno 39%, Edolo 32,6%, Darfo 29%.
Gli altri comuni della Valle si sono attestati comunque al di sopra del 30%, escluso, oltre a Darfo, Corteno Golgi, Vezza d’Oglio, Temù, Incudine e Piancogno.