La confessione di uno ha portato alla scarcerazione di altri tre componenti della famiglia albanese Sallaku.
È uscito dal carcere il patron del Darfo calcio Gezim Sallaku. Con lui scarcerati i suoi due fratelli, Isuf e Gazmir. Erano accusati di detenzione illecita di armi per quelle tre pistole, una con il colpo in canna, trovate nel garage della villa di famiglia a Sale Marasino durante la perquisizione effettuata dai carabinieri nell’ambito di una maxi inchiesta sul traffico di droga in Vallecamonica.
Coinvolti anche gli altri due fratelli, Taulant e Saimir. Quest’ultimo dalla cella si è assunto la responsabilità dell’occultamento delle armi, spiegando di averle trovate e nascoste otto anni fa.
Per il gip Di Fazio sarebbe inverosimile ritenere che le abbia trovate in circostanze fortuite e le abbia lasciate occultate con il caricatore pieno per più di otto anni. “Il fatto che Saimir renda dichiarazioni autoaccusatorie scagionando di fatti gli altri fratelli e l’assenza di elementi univoci che consentono di ricondurre a carico degli altri arrestati la disponibilità delle armi in questione rende arduo configurare a carico degli stessi il reato ipotizzato” si legge nell’ordinanza di scarcerazione.
Uscito da Canton Mombello, il patron del Darfo, attraverso il suo legale, contesta le dichiarazioni del sostituto procuratore Paolo Savio, titolare dell’inchiesta, che durante la conferenza stampa di mercoledì ha detto: “Le strutture economiche che gestiscono i Sallaku fungono da copertura del vero loro business, che era ed è il traffico di droga”. Pronta la replica di Gezim Sallaku, già finito in carcere in passato per reati di natura fiscale: “Sono molto amareggiato per il fatto che sia stato accostato il mio nome a questioni di droga; io non ho mai avuto niente a che fare con la droga. Il fatto che un mio parente sia accusato di questo tipo di reati è un dolore per me e per tutta la mia famiglia. Le mie iniziative economiche non hanno mai avuto nulla a che fare con la droga”.
Gianbattista Scalvi, legale dei fratelli Sallaku rimarca: “Si è trattato di un arresto di iniziativa della polizia giudiziaria. Il giudice ha ritenuto non ci fossero elementi per applicare misure cautelari. La problematica relativa alla droga è estranea a questo procedimento. È inopportuno doversi giustificare a mezzo stampa”.