L’approvazione della variante di via Leonardo da Vinci durante il Consiglio comunale di martedì sera ha di fatto dato il via libera alla realizzazione di un terzo supermercato all’estremo nord di Breno.

Oltre a Iperal (in trasferimento da piazza Vittoria) e il già esistente Lidl, con tutta probabilità si farà spazio anche a un punto vendita del colosso tedesco Aldi.

La variante è stata approvata con il solo voto della maggioranza. Al progetto stanno lavorando il Comune e la Provincia, che potrebbero cofinanziare l’opera con il possibile contributo del Bim camuno.

Il delegato all’Urbanistica Michele Canossi ha spiegato l’iter della variante: il nuovo insediamento interesserà la zona compresa tra lo svincolo della Superstrada e l’altro supermercato esistente, in un’area dove nel 2011 venne eretto lo scheletro di un capannone – che sarà abbattuto – nel quale non è mai stata avviata alcuna attività. Secondo l’amministrazione questa operazione andrà a sanare una situazione urbanistica e ambientale poco qualificante.

Di positivo c’è anche il miglioramento della viabilità, con la probabile realizzazione della rotatoria attesa da anni, in luogo dell’attuale svincolo della superstrada che costringe chi è diretto a nord a fare il giro della rotonda all’ingresso di Breno e poi tornare indietro.

Contrarietà alla variante è stata espressa dai consiglieri di minoranza Gianpietro Pezzucchi e Moreno Facchini, che, a causa della concentrazione di supermercati, si sono detti preoccupati per il destino del piccolo commercio del paese.

La seduta è stata caratterizzata da toni decisamente aspri. Non soltanto l’argomento supermercati ha fatto accendere il Consiglio.

Scontro anche sulla vendita della Torre Leoni di via Mazzini, che l’amministrazione alienerà con un bando pubblico. La proprietà è mista, tra Comune e privati e, da qualche tempo, il sindaco Sandro Farisoglio ha deciso di mettere sul mercato una porzione della torre.

La minoranza ha presentato un’interrogazione, per chiedere alla Giunta di ripensarci. “Come prescritto anche dal ministero e autorizzato dalla sovrintendenza – ha spiegato il sindaco – l’Amministrazione intende alienare gli immobili non utilizzati, con proprietà promiscue e che costano, come la torre”.

“È solo una piccola porzione e il Comune resta proprietario della parte migliore – ha sottolineato inoltre Farisoglio – Non è una necessità economica, ma una scelta politica di vendere immobili con quelle caratteristiche. I soldi raccolti li investiremo sul territorio”.

Secondo l’opposizione invece si tratta di un bene che non ha eguali e che è sempre stato preservato proprio perché rappresenta come pochi altri l’identità cittadina.