La morìa di cervi che in queste settimane si sta registrando sulle nostre montagne avrà delle ripercussioni anche sulle casse comunali.

 

A causa del freddo pungente di quest’inverno, numerosi ungulati si sono trovati costretti a mangiare quello che trovavano nella neve, ovvero pezzi di cortecce, rami ed aghi di abete. Questi, mischiati con il sale chimico gettato sulle strade e di cui gli animali sono ghiotti, nel hanno bloccato il rumine, provocandone la morte.

Sono già oltre settanta i capi recuperati, ma si teme che con lo scioglimento dei ghiacci se ne possano scoprire di più. Un bilancio ancora più alto di quello di una decina di anni fa. Ma se allora a gestire la situazione era la Polizia Provinciale, ora raccogliere le carcasse tocca alla Regione, e quindi ai singoli Comuni, che oltre ai costi del personale e dei mezzi devono anche tenere in conto quelli per lo smaltimento dei capi, che varia dai 70 ai 100 euro ciascuno.

‘A questo punto’, ha detto al Bresciaoggi Giacomo Giorgi, comandante della Polizia Locale dell’Unione dei Comuni dell’alta Vallecamonica, ‘penso che Regione Lombardia dovrà innanzi tutto stabilire chi fa cosa e poi provvedere a rimborsare gli enti locali’.