Nel grande libro fotografico di Giacomo Salvadori la storia dell’idea e della realizzazione di Sentiero 4 Luglio, Bivacco Davide e Maratona del Cielo 

 

La maratona è il simbolo classico delle lunghe imprese. Di quelle imprese che si compiono con costanza, caparbietà, sapiente dosaggio delle forze, resistenza e capacità di soffrire. Se aggiungiamo il terreno impervio della montagna, la rarefazione dell’aria ad alta quota e la solitudine obbligata, Giacomo Salvadori da Santìcolo di Corteno Golgi è un grande maratoneta.

Alla soglia degli ottant’anni, infatti, non pago di aver dedicato una vita alle peregrinazioni alpestri e gli ultimi venticinque a realizzare il triplice sogno giovanile di dare dignità concreta alle sue montagne, si è buttato a capofitto nell’impresa di un grande libro rievocativo. Senza farsi troppe domande sui tanti rischi di pubblicare oggi in autarchia un ampio volume storico e fotografico su una storia in parte personale e un tema locale, dimostra il coraggio degli esploratori. Solo che la storia privata e gli eventi locali conseguenti, che pur si svolgono in un contesto alpino senza blasoni e a lungo marginalizzato dalla pubblicistica, sono in questo caso facilmente trasfigurabili in storie dal significato e dal valore universali.

In Lassù, tra sogno e realtà (Liberedizioni, pp. 370) si narrano vicende appassionanti, tristi e di nuovo esaltanti. Storie di vita, di sviscerato amore per la Montagna, di vero grande Sport, di genuina festa collettiva, di strameritato successo. In una parola, di Impegno.

Si parte narrando di quando il protagonista era un bambino e un giovane ragazzo, con il mito e il timor panico delle vette. Poi dell’emigrante forzato dalla grama montagna alla città. Indi del giovane uomo che scopre le Alpi famose e contemporaneamente le meravigliose, solitarie Alpi di casa. Infine, complice la tragica morte del nipote Davide, della sua rinascita nel mito. Della nascita di un ardito sentiero, di un bellissimo bivacco, d’una competizione pionieristica di skyrunning.

Con quella che è negli anni divenuta la Maratona del Cielo per antonomasia, in scena ogni anno da ormai un quarto di secolo lungo il Sentiero 4 Luglio delle Api Orobie camune, a lambire Valtellina e Valli bergamasche, Giacomo Salvadori è in qualche modo nella storia dello Sport. Anche se ciò che lo appaga e lo ha appagato sempre è di essere nel cuore dei suoi concittadini-collaboratori, che gli hanno reso anni fa l’omaggio della cittadinanza onoraria: la licenza anche formale per il suo ritorno alle origini.

La storia, in forma di intervista, si dipana nelle prime cento pagine del libro, mentre il corredo fotografico (quasi settecento immagini a colori) è quanto di meglio si sia potuto scegliere dalla mole iconografica disponibile. Ogni anno della gara (si precisa, dal 1994 al 2007) è presentato con una sintetica cronaca e seguito dalle relative immagini. Appendici varie e alcune chicche arricchiscono l’opera.

Come Giacomo tiene a ribadire, è felice per il successo che l’evento continua a riscontrare anche dopo il suo disimpegno diretto. Lui c’è sempre, pronto a riabbracciare i tanti che tornano e gli sono legati da affetto e stima. La storia finisce – anzi continua – infatti con il suo augurio Lunga Vita Skymarathon!

Recensione di Antonio Stefanini

 

Giacomo Salvadori ci lascia altre memorie fra le più preziose, accenti che riescono a coniu­gare una sua storia individuale con la corali­tà della comunità che intorno a lui si muove nel dar vita a un suo accarezzato progetto: ri­cordare il nipote che, troppo giovane, è stato strappato alla famiglia.

E riesce a colmare quel vuoto disperante coin­volgendo l’intero paese natio, prima nella co­struzione di un bivacco accogliente e sicuro in un’area di supremi e isolati picchi montani, un riparo che si chiamerà Davide, il nome del gio­vane nipote.

La tragedia della sua scomparsa diventa così il nobile accorato ‘vissuto’ dell’intera popola­zione: un nuovo ideale sentiero andrà a rac­cordare le tracce di cacciatori e pastori per consentire all’escursionista di inerpicarsi fino a raggiungere, da pellegrino ispirato, la meta del suo fiducioso tragitto. […]

Ma il progetto non si ferma; Giacomo, instan­cabile, aggiunge fatica cui segue fatica e mira ad aprire un dialogo con i giovani. C’è una pra­tica sportiva, lo skyrunning che si corre sulle alte quote dei monti, che pretende allenamen­to, esperienza, agilità e che ha trovato le entu­siastiche adesioni di migliaia di praticanti di qua e di là delle Alpi.

Giacomo guida la comunità cortenese a organizzare una gara subito denomina­ta la Maratona del cielo, 42 km, 2800 m di dislivello, la corona delle valli di Cam­povecchio e Sant’Antonio fino a cima Sèll­ero, m2744 e al Bivacco Davide, idea-le giro di boa per la picchiata finale sull’abitato di Santicolo.

Lo straordinario teatro di gara, grazie allo sfor­zo titanico e alla felice collaborazione di tante persone, richiama da subito centinaia di con­correnti.

(dalla Presentazione di Giovanni Capra)

Giacomo Salvadori, Lassù tra sogno e realtà, Liberedizioni (BS), 2017,  (pagine 400)